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Sotto i miei piedi sento il rumore della lamiera che si piega leggermente, intorno a me c’è il silenzio, è l’alba, il sole ha da poco sorpassato la linea dell’orizzonte. Ci sono, ci sono veramente. Sono lì. Con la mia macchina al collo sono in piedi sulla carcassa del DC-3 Dakota, mi siedo ed entro a far parte di un’immagine ben impressa nella mia mente e che ho incrociato spesso negli ultimi mesi mentre studiavo per prepararmi a scattare fotografie in Islanda.
Mentre mi preparavo decisi che il mio obiettivo era quello di provare ad andare oltre il classico racconto naturalistico: per come era organizzato il mio viaggio sapevo che non avrei avuto la possibilità di raggiungere i luoghi più selvaggi e isolati dell’isola, dovevo quindi trovare una soluzione diversa per realizzare il mio reportage. Avrei dovuto trasformare questo punto debole in un punto di forza prediligendo la raccolta di immagini più intime ed emozionanti, da questa decisione nasce un progetto che presenta una Islanda, secondo me, diversa da quella che siamo abituati a vedere, la mia Islanda è luminosa, accogliente e ricca di colori.
Preparare l’attrezzatura per raccontare la terra del ghiaccio e del fuoco non è stato facile, dovevo viaggiare leggero quindi era importante essere pronto a circostanze diverse senza rendere difficoltosi gli spostamenti. Per fortuna avevo dalla mia parte il capiente zaino fotografico Manfrotto Pro Light 3N1-26, ampio, modulabile, ricco di tasche, semi-impermeabile e con spazio a sufficienza anche per un po’ di oggettistica personale che poteva tornarmi utile durante il viaggio.
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“Amo i cani e la montagna, odio la cannella, ma per il resto sono piuttosto normale.”